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Centro Interdipartimentale Scienze per la Pace (C.I.S.P.) |
Premessa
L'11 Settembre 2001 ha provocato nella coscienza comune una maggiore attenzione verso la
gestione delle emergenze1. In precedenza si riteneva
necessario agire in situazione di emergenza soprattutto in occasione di disastri naturali ed
industriali, oppure in caso di grandi incidenti aerei o ferroviari. Oggi invece � tornato ad
essere concreto il rischio bellico, specie nelle forme terroristiche o, in genere,
asimmetriche. Gli attentati, o anche solo la paura degli attentati, impongono di considerare
le emergenze come componenti ordinarie della vita sociale: rappresentano
cio� un aspetto ineludibile del nostro ambiente relazionale. Producono ansie e
stress che necessitano di essere gestiti in modo corretto e professionale, sia dagli
"addetti ai lavori" che dalla cittadinanza. Tuttavia, soprattutto gli operatori sono
chiamati ad approfondire le loro conoscenze per inserire le loro attivit� specifiche in un
contesto complessivo, che superando singole competenze settoriali sappia comprendere in modo
globale la natura dell'emergenza, le sue cause e, pertanto, le possibili vie
operative2.
La praticabilit� di questo ambito induce spesso a ritenere sempre ed in ogni caso prevalenti
gli elementi di efficacia e risultato, fino ad ammettere il sacrificio - duraturo o solo
temporaneo - di alcuni diritti soggettivi, talvolta inseriti nel catalogo dei diritti umani.
Basti pensare al dibattito ancora in corso relativo alla compatibilit� fra la lotta al
terrorismo e l'attenuazione delle garanzie di difesa dell'imputato, oppure, su un altro
versante, all'attenuazione della tutela della riservatezza.
La proposta
Sulla base di questa premessa, il Progetto propone l'avvio, a titolo sperimentale, di un
Osservatorio per interventi in situazioni di emergenza, in grado di rappresentare
un punto di riferimento sia per la ricerca, sia per la riflessione e lo studio, sia per la
formazione di operatori specializzati e di semplici cittadini, in ordine alla praticabilit�
di attivit� in situazioni di emergenza.
Siccome in questo settore appare particolarmente significativo l'apporto del
volontariato, specie quello legato alla protezione civile, si intende
fornire un apporto specifico in grado di favorire il superamento delle ancora prevalenti
dinamiche di auto aiuto, a favore dello sviluppo di capacit� olistiche, come quelle
legate alla soluzione dei conflitti secondo modelli di
solidariet� formalizzata3.
Il Progetto si propone peraltro di organizzare una sorta di contenitore metodologico aperto
ai continui sviluppi che dovessero emergere dall'osservazione delle emergenze, specie dal
loro studio in termini di complessit� (legate all'analisi delle variabili naturali e/o
industriali e psico-sociali). Particolare rilievo si intende dare alla
dimensione sociale della valutazione dei danni: non pu�, infatti, sfuggire che i processi
distruttivi non riguardano soltanto i beni materiali e gli organismi biologici, ma si
estendono alla vita di relazione ed alle sue strutture.
Si intende in questo senso istituire una banca dati facilmente accessibile, ed organizzare
l'analisi interdisciplinare di alcuni cases.
Il Progetto intende poi valorizzare l'aspetto della prevenzione delle emergenze, facilitando
lo studio di sistemi di monitoraggio ambientale, con particolare riguardo al rapporto fra le
variabili ambientali di tipo naturale e/o industriale, e quelle relazionali. Questo obiettivo
sar� perseguito anche attraverso lo sviluppo di una conoscenza adeguata dei meccanismi di
regolazione dei sistemi relazionali in un dato territorio, ad esempio l'area pisana, ovvero
quella toscana, ovvero quella nazionale, eccetera.
Il Progetto intende poi facilitare lo scambio di competenze legate alla gestione delle
emergenze. Principalmente quelle gi� segnalate relative alla dimensione dei diritti umani, ma
anche guardando agli apporti pi� disparati, che oggi seguono un approccio prevalentemente
pragmatico, ma che meritano di essere meglio precisati e scientificamente ricondotti in un
ambito unitario. La realizzazione di quest'ultimo obiettivo pressuppone processi di
apprendimento collettivo4, opportunamente sorretti da
attivit� formative capillari e circostanziate.
Profili metodologici
Il Progetto intende perseguire i propri obiettivi promuovendo una dinamica relazionale complessa, che presuppone la possibilit� di svolgere lavori di gruppo, eventualmente articolati in sottogruppi, coordinati attraverso progetti sviluppati secondo diagrammi di flusso, ed eventualmente posti in rete attraverso un PERT ad hoc ed una lista di distribuzione moderata, magari con lo sviluppo di un congruo supporto e servizio informatico, anche bibliografico e di link utili.