Laboratori

L'Ippoterapia non deve essere considerata una tecnica capace, di per sé, a diminuire certe condizioni di svantaggio o disagio, migliorarne e favorirne altre, come la socializzazione in tutte le sue forme. Perché questo avvenga è necessario che, da un lato, sia presente un'adeguata preparazione degli operatori e dall'altro, modalità applicative adattate al precorso formativo e terapeutico del bambino. Questa tecnica, perciò, deve essere associata necessariamente ad altre attività che, in un quadro complessivo, possano completare un certo percorso di crescita, ed essere, allo stesso tempo, strumenti in più di valutazione per gli operatori. Ecco perché sarebbe utile che accanto al momento ippoterapico vero e proprio, ne siano presenti altri che potrebbero essere definiti "laboratori". Ossia modalità aggiuntive di riabilitazione che, supportate da un'attività ludica, da un lato, favoriscano tra i ragazzi un processo di socializzazione già creatosi con il cavallo, e dall'altro siano mezzi complementari per lo sviluppo e la riacquisizione di altre capacità.

Per cui:

Attività Creativa e Disegno. Attraverso quest'attività i bambini e i ragazzi imparano a conoscere il corpo del cavallo, a curarlo, a capirne i meccanismi di azione. Infatti, mediante l'utilizzo di tavolette mobili, ciascuna delle quali raffigurante una parte dell'animale, (il collo, una zampa, la groppa ect.) il bambino ricompone la figura completa, ne impara i nomi, le funzioni, e mediante un approccio indiretto, conosce il proprio corpo, ne prende coscienza e padronanza. Attraverso la visualizzazione del corpo del cavallo, con un continuo riferimento al proprio, il bambino comprende la struttura, la potenzialità di entrambi, percepisce che tutti i movimenti, volontari ed involontari, determinano sempre e comunque una risposta, apprende elementi importanti per la gestione, in assoluta autonomia, di tutto ciò che interessa il cavallo. Se quindi verrà chiesto dall'operatore preposto a tale attività, di colorarne il dorso, si domanderà anche di indicare il proprio "dorso" (la schiena), di descrivere i passaggi prima della salita (pulire tutto l'animale), quali strumenti utilizzare (spazzole piccole e grandi, tonde e rettangolari) e così via. A lungo termine, il bambino avrà imparato a gestire completamente se stesso senza l'ausilio egli altri e il cavallo. Ma perché tutto ciò si realizzi in modo cosciente, è importante che l'operatore metta in atto tutte le sue risorse e tutta la sua creatività variando le attività di questo laboratorio di volta in volta. Non solo. Il disegno vero e proprio, quindi la realizzazione su carta o con altri materiali (la creta, per esempio) di sé e dell'animale, permette agli operatori, con l'aiuto dello psicologo o psicoterapeuta membri dell'èquipe, di comprendere a che livello di mediazione simbolica il bambino sia arrivato, in modo tale da poter modificare la metodologia, favorendo o mantenendo il distacco dal cavallo o dall'operatore.

Musica. Essa aiuta durante le sedute a cavallo, mediante l'ascolto e la pratica, a ripristinare il senso della ritmicità e della coordinazione, a indurre il bambino a rasserenarsi, ad avvicinarsi con meno tensione al cavallo e all'attività. Inoltre, soprattutto se svolta in gruppo, contribuisce alla scoperta degli altri come insieme con cui condividere esperienze.

Scuderie. Occuparsi dei cavalli, delle scuderie, della loro pulizia è un'importante attività all'interno del processo riabilitativo. Di fatti "prendersi cura di qualcuno o qualcosa", concetto base della terapia assistita con gli animali, permette ai ragazzi di riappropriarsi delle proprie capacità, di responsabilizzarsi nei confronti di qualcuno. Riuscire a gestire se stessi, capendo quali azioni precise devono essere assolte prima di compiere qualsiasi gesto, per semplice che sia (prima di porre la sella occorre spazzolare bene il cavallo, per esempio), permette di acquisire autostima, consapevolezza di sé, e conoscere le regole per un lavoro di gruppo. Dividere le scuderie per settori attribuendone uno ad ogni cavaliere può essere un strumento utile per favorire la collaborazione e comprendere la ripartizione dei ruoli.