NOTE SULL'IPPOTERAPIA
IN LETTERATURA
(tratto da : cavallo handicap medicina - ANIRE anno decimo numero 2- 1997)
Cenni storici
Nella bibliografia è documentato che la riabilitazione equestre si avvale dell'equitazione a scopo terapeutico per svariati tipi di minorazioni motorie e psichiche.
Fin dai tempi più antichi la medicina riconosceva all'attività equestre una valenza riabilitativa: Ippocrate la usava per il recupero funzionale dei soldati mutilati a causa della guerra; Galeno considerava l'equitazione come una attività motoria che agiva nei disturbi neurosensoriali. Successivamente studiosi e medici insigni hanno ritenuto l'equitazione una vera terapia per i soggetti con disturbi psichici. Anche Diderot inseriva nell'enciclopedia l'equitazione come cura.
Soprattutto la psicoanalisi ha evidenziato gli aspetti simbolici, fantasiosi e terapeutici insiti nella relazione uomo cavallo.
In epoca moderna una giovane atleta, Liz Hartnell, colpita da poliomelite in età infantile, vinse la medaglia d'argento di dressage alle Olimpiadi dal 1952 e 1956 : questo contribuì a rilanciare la riabilitazione equestre, in seguito codificata in congressi internazionali e nelle esperienze di diversi Centri in Europa. In italia è stata fondata l 'A.N.I.R.E.
FASI
Convenzionalmente e schematicamente gli studiosi prevedono quatro fasi nella riabilitazione equestre, fasi il cui confine non è netto, ma dipende in gran parte dal tipo di relazione che viene ad instaurarsi.
1 - ippoterapia
trattamento rieducativo di un handicap prevalentemente neuro motorio (ad es. : paralisi cerebrali, malattie neuro muscolari, sclerosi multipla...).
Il lavoro riabilitativo si avvale dell'uso di stimoli diversi per evocare reazioni complesse di movimento equilibrio, coordinazione, forza.... Proprio la quantità di stimolazioni che i movimenti del cavallo trasmettono in modo simultaneo al cavaliere sono utili in quanto suscitano reazioni difficilmente ottenibili in palestra.
Un'altra caratteristica importante della riabilitazione equestre è che il passo ritmato ed ondeggiante del cavallo invia impulsi che producono la cadenza del passo umano, con grande vantaggio per i soggetti privi di deambulazione, che a volte a cavallo riescono a dimostrare capacità che non evidenziano in altre situazioni.
Pertanto, attraverso specifiche competenze del terapista specializzato e dell'accompagnatore, l'ippoterapia permette il raggiungimento del concetto di spazio, indispensabili per la formazione dello schema corporeo attraverso il movimento del cavallo e la modulazione dei riflessi patologici grazie allo sforzo del paziente per allineare il corpo alle posture del cavallo, per mantenere l'equilibrio e per progredire nel movimento.
2 - rieducazione
o riabilitazione equestre: si rivolge principalmente a soggetti con R.M. e/o disturbi comportamentali e/o psichiatrici.
L'equitazione richiede capacità sia motorie, sia di trasmissione attraverso il corpo di comandi e sensazioni che il cavaliere sente e vuol far sentire al suo cavallo.
Gli interventi sono diverse per le varie patologie, ma in genere si fanno esercizi per la conoscenza del sé corporeo, per l'orientamento spazio temporale, per l'abilità alla guida, per stabilre un rapporto a tre:cavallo-cavaliere-terapista.
L'andare a cavallo stimola le prestazioni motorie le facoltà intellettive come attenzione, concentrazione, memoria; richiede stabilità di umore, comportamento tranquillo e fermo allo scopo di stabilire con il cavallo una relazione positiva.
Infatti il cavallo, pur docile e tollerante che sia, rimane comunque un animale, non comprende e non sa adeguarsi a comportamenti strani e gesti incoerenti, ed inoltre non viene a compromessi come invece spesso fanno le persone che si prendono cura dell'handicappato.
In ippoterapia da un lato i pazienti diventano attivi in sella, in quanto è richiesto loro di guidare il cavallo; da un altro percepiscono la necessità di assecondare il cavallo per non dover rinunciare all'attività equestre, ed in tal modo rinforzano le capacità relazionali, aiutati dalla presenza del terzo elemento fondamentale: il terapista, che all'occorrenza interviene mediando, favorendo la canalizzazione delle pulsioni aggressive e la diminuizione del livello d'ansia.
3 -Pre-sport
riservato a chi ha ssaputo superare motoriamente e psichicamente le altre due tappe, o a chi è a questo livello.
Si articola in due momenti:
- lavoro individuale, per il quale è ancora necessrio il terapista per l'insegnamento dell'arte equestre
- lavoro di gruppo, eventualmente coordinabile di un istruttore di equitazione.
- Può essere ancora una attività prevalentemente ludico-motoria, che sviluppa il fisico e migliora le attittudini mentali di pazienti che provengono da un trattamento riabilitativo specifico (ippoterapia o rieducazione equestre)
4 Sport
prevede l'inserimento a tutti gli effetti nei Centri sportivi tradizionali.
Risultati ipotizzabili
Al di là dei risultati più o meno misurabili, relativi a programmi di potenziamento cognitivo, di sviluppo psico motorio, di maggior controllo delle emozioni e di armonia relazionale, il successo più importante per il soggetto è il vivere un'esperienza di autonomia.
Il disabile spesso non è in grado di svolgere da solo tutte le operazioni necessarie alla propria sopravvivenza ed è costretto a dipendere sempre da chi lo assiste.
Anche i trattamenti riabilitativi a volte lo costringono ad un ruolo passivo.
Nella riabilitazione equestre invece il soggetto acquisisce la capacità di dirigere il cavallo ed il suo apprendimento è rivolto a salvaguardare la propria incolumità mediante un'azione diretta sul cavallo ed ad adeguare le proprie reazioni alle sollecitazioni che il cavallo gli invia.
Agisce cioè da protagonista ed il terapista, anche se presente, esercita un ruolo intermedio e sempre meno necessario man mano che la guida diventa più sicura.
In questo modo l'equitazione, secondo molti autori, favorisce una reale integrazione fra persone, emozioni, sentimenti.